IL MITO DELLA CAVERNA

Esso rappresenta una sorta di compendio del pensiero platonico in tute le sue componenti fondamentali: da quella metafisica (la dottrina dell’essere), a quella gnoseologica (la teoria della conoscenza, a quella etico-politica (la virtù come conoscenza e il ruolo filosofico nella società). Secondo questo mito platonico, gli esseri umani sono come prigionieri incatenati fin dalla nascita in una caverna costretti a guardare verso la parete di fondo, volgendo le spalle all’entrata. Dietro di loro la caverna si apre verso la luce, con un fuoco che brucia a una certa distanza. Tra il fuoco e i prigionieri c’è un muricciolo, sottile e basso. Dietro di esso i passano delle persone che portano statue, figure di animali, vasi e altri oggetti fabbricati o in pietra, facendoli sporgere al di sopra del muretto, i prigionieri vedono solo le ombre di tali oggetti proiettate sul fondo della caverna. La caverna rappresenta il nostro mondo sensibile, in cui gli uomini sono come prigionieri e schiavi dell’ignoranza, che li incatena alla conoscenza delle immagini delle cose, ovvero le ombre delle statue).











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