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Visualizzazione dei post da dicembre, 2022

SOCRATE E LA CULTURA DEL DIALOGO

 Socrate è stato un filosofo greco antico, uno dei più importanti esponenti della tradizione filosofica occidentale. Il contributo più importante che egli ha dato alla storia del pensiero filosofico consiste nel suo metodo d'indagine: il dialogo che utilizzava lo strumento critico dell'elenchos ("confutazione") applicandolo prevalentemente all'esame in comune di concetti morali fondamentali. Per questo Socrate è riconosciuto come padre fondatore dell'etica o filosofia morale.  

IPPOCRATE E LA MEDICINA SCIENTIFICA

 Ippocrate è stato un medico, geografo e aforista greco antico, considerato il padre della medicina scientifica. Egli rivoluzionò il concetto di medicina, tradizionalmente associata con la teurgia e la filosofia, stabilendo la medicina come professione. In particolare, ebbe il merito di far avanzare lo studio sistematico della medicina clinica, riassumendo le conoscenze mediche delle scuole precedenti, e di descrivere le pratiche per i medici attraverso il “Corpus Hippocraticum” e altre opere.

I SOFISTI

La sofistica è stata una corrente filosofica sviluppatasi nell'antica Grecia, ad Atene in particolare, a partire dalla seconda metà del V secolo a.C., la quale, in polemica con la scuola eleatica e avvalendosi del metodo dialettico di Zenone di Elea, pose al centro della propria riflessione l'uomo e le problematiche relative alla morale e alla vita sociale e politica. Non si trattò di una vera e propria scuola né di un movimento omogeneo, ma fu estremamente variegata al suo interno: i suoi sofisti, seppur accomunati dalla professione di «maestro di virtù», si interessarono di vari ambiti del sapere, giungendo ognuno a conclusioni differenti e a volte tra loro contrastanti. I sofisti rinunciarono alla vastità delle congetture cosmologiche dei filosofi naturalisti, concentrandosi sulla soggettività dell'uomo, sulla legittimità delle opinioni e il valore dei fenomeni. L'approccio dei sofisti era quindi orientato all'individualismo e al relativismo, alla critica dei val

I FILOSOFI PLURALISTI

  (Empedocle, Anassagora e Democrito), tentarono di conciliare le posizioni contrarie sostenute da Eraclito e da  Parmenide, ossia l'assunto del divenire da una parte, e l'argomento dell'essere immutabile dall'altro. I tre filosofi cercarono di spiegare come l'apparenza indiscutibile del mutamento delle cose sensibili (la verità del molteplice) può comunque coesistere con il concetto di una originaria unità del tutto (l'unità imprescindibile dell'essere). I pluralisti, infatti, devono il loro nome all'uso di attribuire il motivo della molteplicità e della distinzione delle cose sensibili a una pluralità di elementi diversi, sempre però ricondotti all'unità di un principio originario. Il motto dei pluralisti era nulla si crea e tutto si trasforma: la materia che forma tutte le cose è da sempre presente nell'universo ed è indistruttibile, non può essere generata e nemmeno distrutta (il concetto rimanda alle qualità all'essere parmendieo), l'

PARMENIDE E IL PENSIERO DELL'ESSERE

  Parmenide è interamente riempito dall’ “ essere ”. L’ “ essere ” è la sostanza, unica ed omogenea, che, compenetrando  tutte le cose ( inclusi noi esseri umani e l’aria ) che i nostri sensi percepiscono nel cosmo, costituisce il cosmo stesso. Dunque: Esiste soltanto l'essere. Poiché riempie tutto lo spazio esistente e coincide con esso, al di fuori e al di là di esso non esiste nient'altro. Ipotetici enti esterni all'essere non possono esistere e non devono neppure essere pensati, perché, trovandosi fisicamente e concettualmente all'esterno della sfera dell'essere, cioè di ciò che esiste, non possono esistere. Ma non soltanto il 'non essere' non esiste all'esterno del globo dell'essere; esso non esiste neanche all'interno dell'essere (sotto l'impensabile aspetto di vuoto, di mutamento di forma, di cambiamento di colore e di luogo, di nascita e di morte). Questo essere, che è unico, viene percepito dagli esseri umani come "spezzett